Avvocato dell’anno 2019: vince Bonafede, l’ultimo dei romantici

Se non altro ha messo d’accordo tutti, almeno nell’aggiudicarsi il titolo di avvocato più influente dell’anno che sta per concludersi. Abbiamo atteso fino all’ultimo in redazione per raccogliere tutte le vostre segnalazioni e fra i tanti nomi (tanti davvero, e di questo vi ringraziamo) domina uno su tutti: Alfonso Bonafede, avvocato civilista e dallo scorso anno Ministro della Giustizia riconfermato nel governo Conte II.

Siciliano ma trapiantato a Firenze, Bonafede si laurea nel capoluogo toscano nel 2006 e lì rimane, anche perché proprio in quell’anno (come si legge nella sua bio ufficiale su Wikipedia) “entra a far parte del gruppo degli “Amici di Beppe Grillo” del Meet-up di Firenze. È stato candidato alle elezioni amministrative del 2009 per il M5S come sindaco di Firenze ottenendo l’1,82%. È stato candidato come capolista alla Camera per il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Toscana come “più votato” alle parlamentarie on line del Movimento con 227 voti su un totale di 1300 in tutta la Toscana. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione XII Toscana per il Movimento 5 Stelle”. E di lì è storia nota.

Nei primi mesi dall’insediamento si dedica alla stesura, insieme al ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, del disegno di legge “Codice Rosso” per il contrasto alla violenza sulle donne e sui minori. Sua è inoltre la legge di riforma per il contrasto alla corruzione (“Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”), provvedimento che reca anche la modifica della disciplina della prescrizione, introducendo la sospensione dopo la sentenza di primo grado, in caso di condanna o assoluzione.

L’ultimo mese dell’anno è stato parecchio stancante per il Ministro, che ha dovuto fronteggiare le ire degli avvocati italiani – e non solo – proprio per l’affaire prescrizione, stanchezza che forse sarà stata la causa di un epic fail per addetti ai lavori che ha scatenato una ola di indignazione forense: Bonafede, infatti, arriva ad affermare di voler riformare l’istituto della prescrizione anche in considerazione del fatto che quando in sede processuale un reato non può dimostrarsi compiuto con dolo allora viene derubricato come colposo, andando così incontro a termini di prescrizioni sensibilmente più bassi. L’imprecisione ministeriale diventa motivo addirittura di richiesta di dimissioni, addirittura da parte di Ordini degli Avvocati: ma Bonafede è rimasto al suo posto, candido come un personaggio di Voltaire, con quella faccia da bravo ragazzo che ricorda tanto il compagno di banco. In fondo, nel suo tentativo che potrà risultare maldesto, fa quello che farebbe l’ultimo dei romantici: tenta di fare la rivoluzione. Peccato che molto spesso però, si comincia con il voler fare la rivoluzione e si finisce per fare la televisione, come diceva quel saggio di De Crescenzo.

No, chi scrive non vede il Ministro come la bestia nera che molti descrivono, anzi, vediamo in lui qualcosa di buono, il coraggio di rompere la tranquillità delle acque stagnanti della sistema giustizia italiano, di aver alimentato l’attenzione e il dibattito sulla cosa pubblica. Male, potrà dire qualcuno, ma intanto l’ha fatto.

Ma ritorniamo alla nostro riconoscimento. Il Ministro Bonafede, a dispetto di tutti, nel bene e nel male ha ricevuto moltissimo voti dai lettori di Avvocati, che – come il nome stesso indica – sono per la maggior parte professionisti. And the winner is, quindi, Alfonso Bonafede, avvocato più influente del 2019.  

Prima di passare agli altri nomi, una minima riflessione: nessun nome di nessun politico forense è stato fatto. Niente, nisba, nichts. La verità – senza voler scomodare il metodo deduttivo – è che si fa un bel parlare di rappresentanza forense ma poi il paese reale, e quindi la compagine professionale reale, la pensa diversamente, anzi, non la pensa affatto, forse troppo impegnata a sopravvivere in un mondo diventato molto difficile. Mascherin e gli altri: non uno solo è stato indicato come avvinfluencer dell’anno. Ma tant’è. Changement de dames.

Gli avvinfluencer del 2019

Gli avvocati italiani non dimenticano Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana per i diritti umani, condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate. “Mi piacerebbe – ci scrive l’avvocato Ester Isaja – che Avvocato dell’anno fosse Nasrin Sotoudeh. Avvocato impegnato nella tutela dei diritti umani anche a costo della propria vita. Donna coraggiosa e determinata. Tra tanti Avvocati penso sia quello che per il 2019 meriti davvero questo riconoscimento”. E anche noi, e tanti altri che l’hanno votata, la pensiamo in questo modo.


Rimane sull’attualità il nome di Fabio Anselmo, difensore della famiglia Cucchi, come ci scrive l’avvocato Aldo Luchi che motiva così la sua scelta: “Voto per Fabio Anselmo, esempio di come l’esercizio della funzione difensiva si debba svolgere nel processo e di come la perseveranza e la preparazione riescano ad abbattere omertà, inquinamenti e lungaggini”. P.s. E noi auguriamo tanta serenità all’avv. Anselmo e alla signora Cucchi, tutta quella che non hanno avuto finora, e un radioso futuro insieme.


In tema di difesa di minoranze la fa da padrona Cathy La Torre, fra l’altro star dei social con la sua seguitissima pagina AvvoCathy: ha fondato il primo sportello legale nazionale per i diritti delle persone LGBTQ. Ha ideato e promuove il Festival delle Differenze – European Festival of Diversities and Antidiscrimination. Come giurista indipendente è intervenuta in numerosi convegni e seminari, partecipato alla redazione di studi e saggi e pubblicato articoli sul tema della lotta alle discriminazioni. Alla sua attività professionale ha sempre affiancato l’attivismo politico, da prima militante del movimento LGBTQ, nel 2010 è eletta coordinatrice provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà.


Buon risultato per Armando Rossi, civilista, cassazionista, già Presidente COA Napoli, Componente dell’Ufficio Coordinamento OCF, è uno dei volti simbolo di una battaglia che pare infinita contro le storiche inefficienze della macchina giudiziaria di Ischia. Francesca Salatiello scrive: “Voto l’Avvocato Armando Rossi, che si batte costantemente per la nostra professione, in particolare per il ripristino dei minimi tariffari inderogabili, per la giustizia di prossimità e contro l’iscrizione di Ufficio alla gestione separata Inps”.


Per la prossima avvinfluencer ci spostiamo al nord, con Elisa Boreatti, candidata da molti per  il suo approccio propositivo alle problematiche giuridiche. Boreatti infatti, oltre a essere graditissima firma di Avvocati, è molto conosciuta  per l’impegno profuso nella divulgazione di contenuti di carattere giuridico, semplificandoli e rendendoli fruibili dai “non addetti ai lavori”. Titolare, insieme al collega Gennaro Colangelo, dello Studio Boreatti Colangelo & Partners, l’Avv. Boreatti cura e coordina l’attività di informazione giuridica condotta dallo studio attraverso la pubblicazione di articoli e di approfondimenti (sia sul blog del sito dello studio, sia sulle pagine dei Social Linkedin, Facebook e Instagram) sui temi giuridici di maggiore interesse. “Sempre pronta a rispondere alle domande degli utenti, – ci scrivono i suoi sostenitori – l’Avv. Boreatti ha fornito e continua a fornire quotidianamente consigli e soluzioni a problemi giuridici”.


Ultima ma non ultima, visto il bel numero di voti ricevuti, è Ilaria Gadaleta del Foro di Bari, capitanato da quel fuoriclasse di Giovanni Stefanì. “Come Avvocato dell’anno – scrive fra gli altri Mario Troiani – propongo la Collega Ilaria Gadaleta  perchè da donna unica, tenace, volitiva, fragile e forte al tempo stesso ha creato, attraverso l’istituzione di un comitato sganciato dalle logiche della politica forense e quindi spontaneo, una coesione tra Colleghi e Colleghe di tutta Italia attinti dalla scure della gestione separata INPS. Ha permesso la reviviscenza di quello spirito di colleganza che va oltre il semplice o complesso parere giuridico ed atto giudiziario. Ha fatto capire a molti colleghi e colleghe che non siamo isole autonome bensì un arcipelago di isole collegate le une alle altre tutte utili alla realizzazione di un fine che, spesso, viene sottovalutato dai media e dalla società civile… la difesa della Giustizia. Io propongo Lei e Vi invito a prendere in considerazione la sua candidatura”. Certamente sì.

E dopo questa bella carrellata di nomi, di progetti, di idee, non resta che ringraziare tutti coloro che hanno votato e soprattutto coloro che sono stati votati: cari auguri di buon 2020 a tutti voi.

 

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