I Direttori del Ministero della Giustizia, una categoria composta da oltre 1.600 professionisti laureati e altamente specializzati, alzano la voce durante una cerimonia istituzionale. Nunzia Paudice, rappresentante del Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia, ha sottolineato con fermezza: “Siamo la spina dorsale degli uffici giudiziari, capeggiando l’impianto amministrativo e assumendo spesso funzioni dirigenziali senza però un riconoscimento formale.”
Tra le criticità evidenziate, la mancata valorizzazione del merito e l’assenza di meccanismi premiali, a differenza di altre figure ministeriali. Nonostante il ruolo strategico ricoperto, soprattutto nella realizzazione degli obiettivi del PNRR attraverso la digitalizzazione, la gestione del personale e il monitoraggio delle spese, i Direttori vedono le loro competenze continuamente ignorate.
“Ad ogni rinnovo contrattuale cambiano i nomi, ma le competenze restano immutate, con mansioni paragonabili a quelle dei quadri nel settore privato”, ha aggiunto Paudice, evidenziando anche l’inaccettabilità dell’ultimo concorso per dirigenti, aperto a tutti i dipendenti pubblici senza alcuna riserva per i Direttori.
La categoria, già mobilitata con manifestazioni e scioperi, chiede un incontro diretto con il Ministro della Giustizia per avviare un confronto costruttivo e ottenere finalmente un riconoscimento formale del proprio ruolo. “Siamo pronti a dialogare e a rappresentare le nostre istanze con determinazione, perché il nostro contributo è fondamentale per il futuro del sistema giudiziario italiano.”
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