La riforma dell’ordinamento forense non è una priorità immediata. Prima occorre inserire la figura dell’avvocato in Costituzione. Lo ha chiarito il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il dibattito “La giustizia oggi. È giusta la legge? È giusto il processo?”, organizzato a Siracusa dal Consiglio nazionale forense, dall’Unione dei fori siciliani e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Siracusa.
Intervenendo in videocollegamento con i vertici della magistratura e dell’avvocatura, Nordio ha ribadito che il riconoscimento costituzionale dell’avvocato come presidio della giurisdizione rappresenta il presupposto indispensabile per qualsiasi intervento successivo sull’ordinamento professionale. “Credo ci sia spazio in questa legislatura per introdurre l’avvocato in Costituzione, purché vi sia convergenza politica. Se questo avvenisse, tutto il resto procederebbe di conseguenza”, ha dichiarato il Guardasigilli, chiarendo così che l’aggiornamento della legge forense resterà subordinato alla riforma costituzionale.
Alla luce di queste dichiarazioni, appare utile fare il punto sui lavori parlamentari in materia. Attualmente sono quattro i disegni di legge costituzionale depositati sul tema: due alla Camera e due al Senato, ripartiti equamente tra maggioranza e opposizione. Tutti mirano a modificare l’articolo 111 della Costituzione per inserire esplicitamente la figura dell’avvocato accanto a quella del magistrato e a rafforzare il diritto di difesa come garanzia fondamentale del giusto processo.
Un dato comune a tutte e quattro le proposte è che nessuna di esse ha ancora iniziato l’esame. E il percorso non sarà semplice, dal momento che le modifiche costituzionali seguono il procedimento aggravato previsto dall’articolo 138 della Costituzione, con doppia lettura in ciascuna Camera e intervallo di almeno tre mesi tra le approvazioni, oltre alla possibilità di un referendum confermativo.
Va ricordato, inoltre, che l’inserimento dell’avvocato in Costituzione è una storica rivendicazione dell’avvocatura istituzionale, rilanciata con forza negli anni della presidenza Andrea Mascherin al Consiglio nazionale forense. Un obiettivo mai abbandonato -e mai raggiunto- ora riportato al centro del dibattito dal Ministro Nordio, che lo ha indicato come tappa imprescindibile per qualsiasi aggiornamento successivo dell’ordinamento forense.