Trasparenza negli Ordini professionali, valgono le medesime prescrizioni previste per gli enti pubblici

Il Consiglio di Stato (su ricorso di Michelina Grillo c. Consiglio Nazionale Forense) ha chiarito che chiunque ha diritto a chiedere e ottenere l’ostensione dei dati che ineriscono i gettoni percepiti dai Consiglieri, le indennità, il rimborso delle spese, cariche e incarichi eventualmente ricoperti nelle Fondazioni o in altri Enti pubblici.

In pratica, anche gli Ordini professionali (locali e nazionali) devono attenersi alle norme previste, per esempio, per i Comuni o altri enti pubblici locali. Non sarà più possibile rifiutare l’ostensione delle informazioni richieste, nè fare riferimento a eventuali “dati aggregati”, ove esistenti.

“Nel corso del procedimento – commenta l’avv. Grillo – per la declaratoria di ineleggibilità del presidente in carica e di altri otto consiglieri nazionali, oramai a tutti noto, e precisamente il 14 giugno 2020, avevo formulato richiesta di accesso agli atti avente ad oggetto i compensi percepiti, di qualsiasi natura, connessi all’assunzione della carica di componente del CNF, gli importi di viaggio, di servizio, le missioni pagate con i fondi del CNF o delle Fondazioni ad esso collegate dal 1 gennaio 2019 e i dati relativi all’assunzione di altre cariche all’interno del CNF o delle Fondazioni a esso collegate o presso altri enti pubblici o privati e i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti dal CNF dal 1 gennaio 2019, riferiti ai nove consiglieri in questione”.

“Avverso il diniego del CNF – continua Grillo – proponevo ricorso al Tar e il Tar del Lazio in prima battuta respingeva il ricorso. Proponevo quindi ricorso in appello al Consiglio di Stato, ricorso che, dopo la integrazione del contraddittorio con tutti gli interessati, non costituiti, si è definito con la sentenza comunicata pochi minuti fa, che in accoglimento del ricorso presentato, ha ordinato al CNF di rilasciare tutta la documentazione richiesta”.