Previdenza forense, le novità della riforma pensionistica

Il passaggio da un sistema pensionistico retributivo a un sistema contributivo, una riforma epocale per la Previdenza Forense presentata ufficialmente alle massime istituzioni dell’Avvocatura – CNF,  OCFOrdini professionali Associazioni di categoria – dai vertici di Cassa Forense in un convegno, a 70 anni dalla fondazione dell’Ente, che si è svolto al Cinema Barberini di Roma.

All’evento ha partecipato anche il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Parafrasando Churchill, sono mezzo avvocato e interamente magistrato”, l’affettuoso saluto del Ministro, che ha ricordato l’importanza della figura dell’avvocato quale una delle tre gambe della giurisdizione insieme al giudice e al pubblico ministero, rinnovando l’auspicio di una assoluta e leale collaborazione con la categoria.

In apertura, l’intervento del Presidente di Cassa Forense, Valter Militi, che ha illustrato le ragioni profonde che hanno portato alla Riforma, necessaria per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico a 50 anni, come imposto dalla legge Fornero. E questo nonostante l’ultimo bilancio abbia registrato il miglior avanzo di gestione della storia dell’Ente e nonostante ad oggi il rapporto tuttora positivo fra iscritti attivi e pensionati, sceso tuttavia dall’8,1 del 2016 al 7,4 del 2021.

“Un rapporto mutato nel tempo e che muterà ancora – le parole del Presidente Militi – che ci ha indotto a ragionare di crisi demografica e delle certezze che la dirigenza di un Ente previdenziale ha il dovere di garantire a chi entra oggi nel sistema, tutelando al contempo i diritti quesiti”.

“Ci troviamo ad affrontare un momento non semplice in cui si deve essere responsabili per garantire il futuro di tutti gli Avvocati”, conclude Militi.

Scendendo nel dettaglio della Riforma, illustrata anche dagli interventi degli economisti Paolo De Angelis e Alberto Brambilla, che hanno collaborato all’impianto normativo del testo, e del Direttore di Cassa Forense, Michele Proietti, principio guida del passaggio da un sistema all’altro sarà quello del “pro rata temporis”, che ha diviso la popolazione degli iscritti in tre categorie:

1. Coloro che restano soggetti al vecchio modello retributivo, avvocati con iscrizione superiore ai 18 anni al 31.12.2023;

2. Coloro che saranno soggetti a un sistema misto, con anzianità contributiva inferiore ai 18 anni al 31.12.2023;

3. Coloro infine che saranno soggetti al modello contributivo puro, vale a dire gli iscritti a dar data dal 01.01.2024.

Una particolare attenzione è stata dedicata alle donne avvocato, introducendo particolari agevolazioni in caso di maternità.

L’articolato finale, già approvato dal Comitato dei Delegati di Cassa Forense, sarà inviato a gennaio 2023 ai Ministeri vigilanti e dunque, spiega il Direttore Proietti, “per questo motivo non sarà diffuso prima, per ragioni di correttezza istituzionale “.  L’entrata in vigore è prevista per il primo gennaio 2024, ciò che, avverte il Presidente Militi, “renderà possibile nel corso di quest’anno interagire con le Istituzioni, le Associazioni Forensi e gli iscritti”.

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