Civilista, Cassazionista, già Presidente COA Napoli, l’avv. Armando Rossi, Componente dell’Ufficio Coordinamento OCF, è uno dei volti simbolo di una battaglia che pare infinita contro le storiche inefficienze della macchina giudiziaria di Ischia. Un luogo che nell’immaginario di tutti è quanto di più simile al paradiso e che invece si trasforma in un inferno per quanti a vario titolo si trovino ad avere a che fare con il sistema giustizia.
Con i suoi 63.150 abitanti, Ischia è la terza isola più popolosa d’Italia, dopo Sicilia e Sardegna. Avvocato Armando Rossi, cominciamo con il descrivere i disagi che un professionista che esercita nell’Isola deve affrontare.
“I circa 400 Avvocati che esercitano ad Ischia, con i loro assistiti, stanno patendo da anni una condizione di denegata giustizia a causa delle gravissime disfunzioni degli Uffici Giudiziari (Giudice di Pace e Sezione Distaccata del Tribunale) dovute alla carenza di magistrati e soprattutto di personale amministrativo.
Il caso della Sezione Distaccata di Ischia dove a fronte di una pianta organica di 11 unità di amministrativi, a seguito dei trasferimenti indotti dalla soppressione e dei pensionamenti, sono rimasti in servizio solo la dirigente di cancelleria in cancelleria civile ed un assistente giudiziario nella cancelleria penale. Ciò determina la frequente chiusura al pubblico delle cancellerie. Credo sia un caso unico in tutta Italia”.
Lei è uno di quegli Avvocati che si è sempre speso per promuovere la causa ischitana. Chi sono i Suoi Colleghi protagonisti delle iniziative di protesta?
“Con gli amici di Ischia abbiamo intrapreso battaglie senza fine, prima per ottenere la ristrutturazione del Palazzo di Giustizia che nel 2007 versava in condizioni statiche e di conservazione pietose e poi, paradossalmente, dopo aver ottenuto l’avvio delle pratiche per la ristrutturazione dell’edificio nel 2012-2013, ci siamo trovati a dover combattere per non far sopprimere la Sezione Distaccata.
Io stesso mi incatenai sul porto d’Ischia insieme ai Colleghi Gianpaolo Buono (Presidente dell’Assoforense Ischitana) e Francesco Cellammare (Presidente dell’Assoforense Ischitana) ed ai Sindaci dei sei comuni dell’Isola. Presente anche il Presidente del Coa di Napoli di allora, Francesco Caia, che si è sempre impegnato a tutela dei Presidi di Giustizia sui territori campani.
Al termine di una partecipata manifestazione popolare nel 2013, giunto il corteo sul porto d’Ischia, l’Avv. Cellammare diede simbolicamente alle fiamme la sua Toga per far capire come lo Stato avesse privato di Giustizia l’Isola d’Ischia”.
Scioperi, manifestazioni, in alcune foto si vedono anche catene, simbolo di una situazione che costringe gli Avvocati a prestazioni quasi eroiche in quella che dovrebbe essere la normale quotidianità di un professionista. In che modo avete preteso attenzione e soluzioni nel corso di questi anni?
“Abbiamo portato il problema nelle stanze del Governo ed acceso i riflettori nel Parlamento su una questione divenuta di rilievo nazionale. La scriteriata riforma della Geografia Giudiziaria di cinque anni fa, concepita ed attuata come taglio orizzontale di tutte le 220 Sezioni Distaccate di Tribunale d’Italia, non aveva tenuto nella debita considerazione situazioni del tutto eccezionali come quelle delle Isole minori che necessitano oggettivamente del Presidio Giudiziario affinché sia garantito anche ai Cittadini isolani il paritario diritto di accesso al servizio pubblico essenziale della Giustizia”.
Di recente Lei è stato promotore di un incontro fra l’Organismo Congressuale Forense che rappresenta e il Suo Foro, che Lei conosce molto bene visto che ne è stato il Presidente COA. E proprio durante quell’incontro, fortemente voluto per rappresentare le emergenze del territorio, il Presidente dell’Assoforense Ischitana non ha potuto raggiungervi a causa del maltempo…
“Sì. Soprattutto nel periodo autunnale ed invernale il braccio di mare di 18 miglia che separa Ischia da Napoli è frequentemente flagellato dalle avverse condizioni meteo marine, con vere e proprie burrasche, il che impedisce materialmente agli Avvocati e ai Cittadini Ischitani di raggiungere gli Uffici Giudiziari in terraferma”.
Colleghi di sventura, se così si può dire, sono anche gli Avvocati di Tempio Pausania, in Gallura. Vi sono delle azioni di coordinazione tra voi?
“In realtà, stiamo assistendo ad un attacco alla Giustizia di prossimità.
Bisogna reagire andando in senso opposto al disegno di accentramento contenuto nelle ultime riforme del Legislatore (nuovo codice della crisi d’impresa, riforma del diritto di famiglia, ampliamento delle competenze del Giudice di Pace), per una migliore tutela dell’effettività della giurisdizione.
A Tempio Pausania, come a Cassino ed a Termini Imerese, si scontano problematiche causate dallo scarso investimento di risorse nel sistema giustizia, mentre nei Tribunali abruzzesi ed in quelli delle Isole minori si soffre una situazione di incertezza dovuta alle continue proroghe.
L’Ocf è impegnato su tre fronti: quello della stabilizzazione dei Tribunali prorogati, quello del superamento delle carenze di personale amministrativo e di giudici nelle piante organiche, anche attraverso la destinazione di maggiori risorse al Dicastero della giustizia provenienti dagli introiti dei contributi unificati, nonché quello della dislocazione degli uffici giudiziari, dell’adeguatezza delle strutture, del loro stato (certamente peggiorato negli ultimi tempi per una poco attenta gestione ministeriale) e dei costi di locazione sostenuti dall’Amministrazione giudiziaria”.
Cosa chiedono gli Avvocati di Ischia e cosa intendete fare in futuro per pretendere una qualità di vita professionale equiparabile a quella del resto d’Italia?
“Ischia, come Lipari ed Elba, chiede che sia adottato un provvedimento legislativo che sancisca la stabilizzazione definitiva della Sezione Distaccata di Tribunale, oggi mantenuta in vita solo provvisoriamente in attesa di una chiusura che slitta di tre anni in tre anni, prolungando semplicemente l’agonia di questi Presidi Giudiziari isolani paralizzati dal venir meno di magistrati e personale non rimpiazzati trattandosi di Uffici che dovranno essere soppressi. Cosi come avviene per i quattro Tribunali del distretto abruzzese di L’aquila.
Va poi riconosciuto alla Sezione Distaccata di Ischia, come a quelle delle altre isole minori, lo status di sede giudiziaria disagiata affinché appositi incentivi economici e di carriera possano rendere appetibile il trasferimento dei magistrati e dei cancellieri sull’Isola.
Fu plateale e assurse all’onore delle cronache il caso di quei sei funzionari applicati per una udienza penale dal Presidente del Tribunale che si ammalarono tutti contemporaneamente lasciando sguarnito l’Ufficio Giudiziario Ischitano, tant’è che l’udienza non poté celebrarsi ed un detenuto giunto da Napoli con camionetta e guardie carcerarie dovette attendere fino al tardo pomeriggio per poi far rientro in serata nel carcere di Poggioreale.
A farne le spese di tutto ciò sono innanzitutto i Cittadini Ischitani, contribuenti come tutti gli altri cittadini italiani, che vengono privati di Servizi e Diritti Fondamentali. Tutto ciò non fa onore al nostro Paese per cui con tutti i Componenti del gruppo di lavoro sulla geografia giudiziaria e con l’intero OCF, con il Presidente dell’Assoforense di Ischia, Gianpaolo Buono e con l’ex Presidente ora Consigliere Segretario Francesco Cellammare, con il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Avv. Antonio Tafuri e con il Consigliere nazionale Francesco Caia continuerò a battermi al fianco degli Avvocati Ischitani, fino all’ottenimento per tutti i Cittadini della tanto agognata Giustizia, oggi ostacolata da limiti geografici e dall’abbandono delle Istituzioni.
Cosi come mi batterò insieme ai Colleghi dell’Ocf al fianco di tutti gli altri Avvocati che stanno vivendo in altre parti d’Italia le stesse difficoltà” Bari.
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