Il Movimento Forense, attraverso i suoi Dipartimenti Nazionali per le Pari Opportunità e i Diritti Umani “Ebru Timtik”, esprime profonda preoccupazione riguardo a quanto accaduto a Padova, dove la Procura della Repubblica ha richiesto la rettifica degli atti di nascita dei minori, eliminando il nome della madre non biologica dallo stato di famiglia.
La Procura della Repubblica ha impugnato tutti i 33 atti di nascita registrati dal Sindaco di Padova, a partire da quello relativo a una bambina nata il 30 agosto 2017, che è stata la prima nascita all’interno di una coppia omogenitoriale nella città. Attraverso questa iniziativa, i minori rischiano di perdere la propria identità, così come è stata finora registrata.
Questa azione colpisce il diritto al nome dei minori e il loro diritto ad essere identificati e riconosciuti, come stabilito dalla legge fino ad oggi. Il diritto al nome è uno dei diritti inviolabili dell’essere umano (Art. 2 Cost.) e contribuisce alla tutela della personalità individuale, essendo strettamente legato ad altri diritti inviolabili, come il diritto all’immagine e all’identità personale.
Il Movimento Forense, da sempre in prima linea nella promozione dell’uguaglianza e nella tutela dei diritti umani inviolabili, auspica un rapido intervento delle istituzioni per proteggere i diritti dei bambini, sia a livello normativo – come richiesto dalla Corte Costituzionale – che a livello amministrativo.
Si tratta di un atto di responsabilità nei confronti dei minori che, a causa di queste modifiche agli atti di nascita, vengono privati dei loro diritti fondamentali.
Il deliberato è firmato dagli avvocati Laura Massaro, responsabile del Dipartimento Nazionale Pari Opportunità, Adriano Scardaccione, responsabile del Dipartimento Nazionale Diritti Umani “Ebru Timtik” e Rocco Lombardo, responsabile del Coordinamento Componenti CPO di MF.
