Tutela di genere per le cariche degli enti previdenziali privati: nessuna norma a garantire la parità di accesso

Michelina Grillo

Sta scoppiando la questione della tutela di genere e delle pari opportunità per la partecipazione alle cariche elettive degli Enti previdenziali privati, tra i quali anche Cassa Forense.

Malgrado le richieste e le sollecitazioni dei Ministeri, e per quanto riguarda gli avvocati anche dei CPO (che dopo una comunicazione del 2021 si sono però assopiti, parrebbe anche all’interno di Cassa), il Regolamento Elettorale per il Comitato dei Delegati e lo Statuto di Cassa Forense non sono stati ancora revisionati con l’introduzione di norme atte a garantire la parità di genere nell’accesso agli organi elettivi. Cassa Forense non ha quindi ottemperato agli inviti ricevuti e alla normativa, tanto che ha ritenuto di indire le elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati sulla base delle precedenti e ancora vigenti normative penalizzanti per il genere meno rappresentato. Con tutta evidenza si è preferito procrastinare questa doverosa e opportuna opera di revisione per non alterare gli attuali equilibri, e non ostacolare aprendo possibilità nuove coloro che – preferibilmente di genere maschile – intendono ricandidarsi. E dire che si richiedeva che la revisione avvenisse prima di nuove elezioni che, ricordo, cristallizzeranno per altri quattro anni una maggioranza di genere maschile all’interno dell’Ente, in ogni suo organo, con tutto ciò che ne consegue, anche in termini di deliberazioni e visioni.
La popolazione femminile tra gli iscritti di Cassa, da fonte della stessa cassa con il Censis, è pari per il 2021 al 48% circa del totale: nel Comitato dei Delegati su 80 componenti ad oggi le donne sono soltanto 17, appena il 20%, e sono quindi sottorappresentate in maniera rilevante. Nel CDA su 10 ve ne sono solo 2, ed è inutile dire che il Presidente di Cassa Forense è ed è sempre stato di genere maschile.
Altre Casse private non hanno ottemperato, e molti sono i contenziosi che si sono verificati e stanno per essere promossi, ad esempio con riferimento alla Cassa Periti Industriali (E.P.P.I.).
Nel silenzio dei CPO, quantomeno di quelli dell’avvocatura, il problema riguardo le elezioni appena indette da Cassa Forense e che dovrebbero svolgersi nel settembre 2022 è stato da me sollevato con una segnalazione dettagliata ai Ministeri Vigilanti (Lavoro, Economia e Giustizia) nonché al Ministero Famiglia e Pari Opportunità) che qui vi pubblico.
La vicenda è stata segnalata anche alla Consigliera Nazionale di Parità, e portata a conoscenza anche delle Consigliere di parità delle singole Regioni, in molte delle quali le donne avvocato sono già in numero maggiore rispetto ai Colleghi uomini.
Interventi a sostegno dell’iniziativa sono già venuti proprio oggi per EPPI, a seguito di analoga segnalazione, e confidiamo che anche la vicenda relativa a Cassa Forense venga debitamente attenzionata, con riserva di eventuali azioni in sede giudiziaria, visto che pare che solo così si riesca a far rispettare la legalità, in questo caso anche Costituzionale, nel nostro piccolo mondo.
Potrà sembrare strano che proprio da parte mia parta una iniziativa a tutela del genere meno rappresentato – che di qui a poco sarà quello maschile – ma se i CPO non si fanno sentire e si limitano a qualche riga che poi finisce in qualche cassetto, o peggio, bisognerà pure che qualcuno faccia qualcosa.
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