L’aumento del contributo minimo soggettivo per l’anno 2024, fissato a 3.185 euro, ha scatenato la protesta dei professionisti. Le critiche si concentrano su diversi aspetti, vediamo insieme quali.
L’entità dell’aumento: si tratta di un incremento del 5,4%, ben al di sopra dell’inflazione e del tasso di crescita del PIL.
La tempistica: l’aumento arriva in un momento di difficoltà economica per la categoria, già alle prese con il caro bollette e l’inflazione galoppante.
La mancanza di adeguate misure di sostegno: gli avvocati chiedono a gran voce un intervento per mitigare l’impatto dell’aumento dei contributi.
Cosa chiedono gli avvocati
Una revisione del sistema di calcolo dei contributi minimi: gli avvocati chiedono che il sistema sia più equo e tenga conto delle reali capacità reddituali della categoria.
Maggiori tutele per i giovani professionisti: la categoria chiede misure di sostegno per i neo-iscritti, che si trovano ad affrontare un carico contributivo troppo pesante.
Un maggiore coinvolgimento nelle decisioni che riguardano la categoria: gli avvocati chiedono di essere maggiormente coinvolti nelle scelte che impattano sul loro futuro.
La Cassa Forense ha risposto alle critiche sottolineando la necessità di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.
La polemica sui minimi Cassa Forense 2024 è destinata a proseguire nelle prossime settimane e alcune associazioni si sono dichiarate pronte a mobilitarsi per ottenere un cambio di rotta.