Difficile da dimenticare il musetto di Leone, gattino scuoiato vivo ad Angri e sopravvissuto quattro giorni prima di morire dopo cure inutili. La terribile storia di questo esserino indifeso, vittima di una crudeltà tutta umana e senza motivo, si spera non passi indimenticata e anzi possa rilanciare domande di cui già il buon senso conosce le risposte.
Perché la cattiveria verso un animale, seppure orribile, “pesa” meno rispetto a quella compiuta verso una persona?
Come può un individuo capace di un simile gesto non essere considerato pericoloso per la società?
Fino a quando il “soggetto di diritto”, ovvero il portatore di interessi giuridici tutelati, sarà un concetto riservato solo alle persone umane?
Siamo pronti a riconsiderare le nostre convinzioni alla luce di nuove conoscenze scientifiche o di mutati equilibri sociali o ancora di fatti di cronaca come questo?
I diritti sono idee che si evolvono; fino a pochi anni fa neanche nascere in seno al consorzio umano garantiva eguaglianza: donne, neri e bambini non avevano diritti e questo sembra incredibile agli occhi della nostra sensibilità contemporanea.
Per questo è arrivato il momento di arricchire il nostro sistema giuridico di più tutele per gli animali, iniziando da quelli cosiddetti di affezione e poi passando a quelli di allevamento. Ne va di mezzo il nostro futuro e un (buon) progresso dell’umanità.
(Un giorno non troppo lontano finalmente si prenderà a trattare anche i diritti delle piante, ma questa è un’altra storia).