Congresso Nazionale Forense, è tempo di rivedere il format

Giandiego Monteleone

La polemica sui costi aumentati del Consiglio Nazionale Forense appassiona poco, non solo chi scrive. Un incremento in 22 anni non pare uno scandalo. Piuttosto si potrebbe e dovrebbe mettere mano al format (non abolirlo) del Congresso Nazionale Forense*.
Ha senso ancora una kermesse con queste dimensioni, impostazione, tempi, temi, costi e risultati in un sistema di “rappresentanza forense permanente” che nel 2023 si fonda oltre che su Congresso anche sui, COA, CNF, fondazioni forensi, OCF, CPO, CDD, Unioni regionali degli ordini, associazioni forensi maggiormente rappresentative e non, agorà degli ordini? Serve davvero un sistema in cui tutti durante l’anno parlano di tutto (anche in Parlamento quando si é convocati in audizione) e in cui ogni tot anni ci si riunisce in 900/1000 avvocati per riparlare di tutto?

Quante mozioni congressuali sono diventate leggi negli ultimi tempi, escluso l’equo compenso?

Quali riforme dei meccanismi di governance dell’avvocatura sono state realizzate attraverso deliberati congressuali dopo il 2012?
Qualcuno racconterà di quanto fossero belli i congressi di una volta. Forse dovremmo ragionare invece in termini di utilità.

* I costi per gli ordini (quindi per gli avvocati) del prossimo Congresso straordinario di Roma sono pari a € 745.400.

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