Ve lo ricordate quel film, che ha fatto un po’ la storia del fantasy, dal titolo “La storia infinita?” Parlava di un mondo di fantasia, governato da una principessa bambina. Un mondo bellissimo, fatto dei sogni e dei desideri degli uomini, dove tutto ciò che si immagina, su questa terra, si traduce in personaggi e scenari fantastici. Il film parla di come l’incapacità di sognare minacci questo regno fantastico, salvato alla fine dai desideri del protagonista, Bastian, capace di credere alla propria fantasia, piuttosto che piegarsi all’arida realtà.
Naturalmente possiamo dire che si tratta di un film per bambini e contribuire a rimarcare quel confine, netto e rispettabile, tra noi adulti, saggi e maturi, e gli infanti, sciocchi e destinati alle cose puerili. A me però questa cittadinanza sta stretta.
Ho deciso da tempo di rinunciare al mio passaporto, rilasciato dal regno dei vecchi saggi e di imbarcarmi, da clandestino, nel mondo di fantasia dei bambini.
Perché? Semplice, perché non credo affatto alla saggezza dei vecchi, e non mi risulta che i bambini siano sciocchi ed incapaci.
Lo so, tentare di convincere la sagacia popolare della fondatezza di questo punto di vista è folle. Non è più tempo di fanciullini, di innocenza, di mondi salvati dai ragazzini, ma se il potere ha la forza di prendersi quello che vuole, la mente conserva il diritto di credere in ciò che ritiene davvero. Non posso essere incarcerato a forza nei pensieri dei grandi e nessuno può imprigionarmi, in questo mondo, per aver rifiutato una cittadinanza che non esiste, se non nelle convenzioni dei vecchi.
Anche io voglio essere governato da una principessa bambina, che costruisca tetti di marzapane, paesi senza soprusi e giustizia per tutti. Voi restate pure qui, io non vi costringo.
