I disservizi del Processo Civile Telematico: un ostacolo quotidiano per gli operatori della giustizia

L’introduzione del Processo Civile Telematico (PCT) avrebbe dovuto segnare una svolta nella digitalizzazione della giustizia, consentendo agli avvocati e agli operatori del settore di accedere con rapidità e facilità ai fascicoli processuali. Tuttavia, la realtà quotidiana è ben lontana dalle aspettative: l’inefficienza sistemica della piattaforma sta causando notevoli difficoltà che incidono gravemente sull’operatività professionale.

Uno dei problemi principali riguarda la fruibilità degli strumenti telematici come la Consolle Avvocato, un software indispensabile per accedere ai fascicoli e per scaricare provvedimenti, atti e documenti. Durante le ore di punta, soprattutto nella fascia mattutina, l’accesso è spesso impossibile, rallentando l’attività di preparazione e gestione dei casi in corso. Questa situazione diventa critica quando si tratta di rispettare scadenze imminenti, lasciando i professionisti nell’impossibilità di scaricare tempestivamente documenti essenziali.

Oltre a queste problematiche quotidiane, è ormai una prassi che i sistemi subiscano interruzioni durante i fine settimana, impedendo l’accesso ai fascicoli in momenti cruciali per la preparazione degli atti. L’irregolarità degli accessi, inoltre, varia a seconda degli uffici giudiziari, accentuando la frustrazione di chi, ogni giorno, tenta di navigare tra gli ostacoli tecnici per esercitare la propria professione.

Queste inefficienze non sono solo un disagio logistico, ma influiscono pesantemente sull’efficienza del lavoro legale. Il tempo perso a causa di interruzioni impreviste o di un accesso faticoso alle informazioni telematiche si somma alle altre criticità che affliggono il settore, dalla lentezza del sistema giudiziario italiano alla mancanza di risorse. I professionisti del diritto si trovano così a dover combattere non solo con i tempi e i meccanismi della giustizia, ma anche con un sistema digitale che, invece di agevolare il loro lavoro, lo complica.

Nonostante le ripetute segnalazioni e l’evidente gravità della situazione, non sembra che siano state adottate misure efficaci per risolvere questi disservizi. Il problema resta in gran parte irrisolto, sollevando interrogativi sull’effettiva volontà di investire nella modernizzazione del sistema giustizia in modo funzionale ed efficiente.

L’auspicio è che il Ministero della Giustizia e gli enti competenti prendano finalmente in considerazione l’urgenza di un intervento strutturale per migliorare l’infrastruttura del PCT. La digitalizzazione della giustizia è un obiettivo importante e necessario, ma se non accompagnata da una reale efficienza tecnologica, rischia di trasformarsi in un ulteriore fattore di rallentamento, penalizzando tutti gli operatori e, in ultima istanza, i cittadini che attendono risposte dalla giustizia.

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