Ischia, Lipari ed Elba | Armando Rossi: “La giustizia è morta in questi territori abbandonati dallo Stato”

L’avvocato Armando Rossi, civilista, cassazionista, già Presidente COA Napoli, Componente dell’Ufficio Coordinamento OCF, è uno dei volti simbolo di una battaglia che pare infinita contro le storiche inefficienze della macchina giudiziaria di Ischia.

“La cittadinanza ischitana ed il suo Tribunale, – spiega Rossi – nonostante il salvagente lanciato dall’Europa con il PNRR, rischiano di annegare per l’abbandono dei Politici e per il disinteresse dei burocrati ministeriali.

Un provvedimento del Presidente del Tribunale di Napoli di mercoledì scorso, preso atto dell’assenza dell’unico giudice penale togato in servizio presso il Tribunale di Ischia, che ha chiesto un congedo parentale, ha disposto la sua temporanea sostituzione nella trattazione delle udienze di sua competenza da parte dei giudici togati del Tribunale di Napoli.

Si è consumata un’ulteriore violazione da un lato del principio del giudice naturale precostituito per legge e costituzionalmente garantito e, dall’altro, del decreto legislativo n° 14 del 2014 che ha stabilito, con tre successive proroghe, la permanenza del Tribunale di Ischia fino al 31 dicembre 2022, con conseguente vulnus del diritto di difesa e di agevole accesso alla giustizia per settantamila cittadini penalizzati dalla mancanza di continuità territoriale alla terraferma.

Immediatamente gli Avvocati ischitani si sono riuniti venerdì scorso in un’Assemblea straordinaria ed hanno approvato una delibera di proclamazione dello stato di agitazione, con fissazione di una manifestazione di protesta per il giorno seguente nella Sala del Comune di Ischia, alla presenza di tutti i Sindaci dell’Isola.

A ciò si aggiungeva la notizia della mancata approvazione, in sede di conversione del Decreto Milleproroghe, degli emendamenti che contenevano la proroga del mantenimento del Presidio di Tribunale sul territorio isolano e di quelli di Lipari e Portoferraio fino al 31 dicembre 2024 che,a questo punto, dovrebbero chiudere definitivamente il prossimo 31 dicembre.

Per decenni l’Avvocatura locale, supportata da quella napoletana e nazionale, si è battuta per il mantenimento e l’efficientamento dell’Ufficio Giudiziario ischitano messo in pericolo dalla scriteriata ed inopportuna Riforma della Geografia Giudiziaria, riuscendo a salvarsi in extremis, unitamente alle Sezioni Distaccate di Lipari e Portoferraio, dalla mannaia della soppressione.

Da allora, la Sezione Distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli è sopravvissuta tra mille difficoltà, senza cancellieri né assistenti giudiziari, privata inopinatamente della propria pianta organica.

E sono caduti nel vuoto i reiterati appelli dell’Avvocatura e delle Istituzioni locali nonché ben due proposte di legge per la stabilizzazione.

La legge di conversione del decreto milleproroghe 2022, in settimana, dovrà completare l’iter di approvazione davanti al Senato.

L’intera cittadinanza isolana è sul piede di guerra.

Segnalo che l’Organismo congressuale forense, da sempre critico della nuova geografia giudiziaria disegnata dai burocrati ministeriali nel 2014, ha con delibera assembleare di sabato scorso, preso atto delle svariate grida di allarme provenienti non solo da Ischia ma dai diversi Presidi giudiziari italiani, soprattutto dalle sedi disagiate, denunciando ancora una volta le inaccettabili scoperture esistenti nelle piante organiche, sia dei magistrati che del personale di cancelleria.

Non posso non chiudere queste mie osservazioni rilevando una contraddizione inspiegabile in cui incorre l’attuale Legislatore: come si concilia la cancellazione delle sedi di Tribunale delle Isole di Ischia, Lipari ed Elba con il PNRR che ci impone una riforma della giustizia che dovrà seguire le direttrici della vicinanza al cittadino e la sostenibilità ovvero l’accesso paritario alla giustizia per tutti?”

Conclude Rossi: “Attendiamo risposte urgenti e coerenti con il PNRR dal Governo, dalla Ministra della Giustizia e dal Parlamento, ciascuno per quanto di rispettiva competenza, prima di dover constatare la morte della giustizia in questi territori, abbandonati irresponsabilmente dallo Stato”.

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