Linee programmatiche Cartabia: “Non snaturiamo il ruolo dell’avvocato”

Le linee programmatiche sulla Giustizia, rese note dal Ministro Cartabia impongono alcune riflessioni.

Se risulta apprezzabile il tentativo di voler ridurre i tempi della Giustizia, non credo affatto che questo risultato si possa ottenere estendendo i casi di “mediazione obbligatoria”, secondo quanto proposto dal Ministro sulla scorta di esperienze di diritto comparato.

Quanto poi alle misure organizzative della Giustizia, la diffusione dell’“Ufficio per il processo” con gli “assistenti” inseriti nello staff del Giudice, sul modello dei “clerks” che -come precisa la Cartabia- provvederebbero anche a redigere anche le bozze dei provvedimenti, mi sembra pensato al solo fine di alleggerire il lavoro del Giudice, finendo però pericolosamente e inevitabilmente per snaturarne la funzione,ponendo nel nulla la sua capacità decisionale,che è certamente frutto di maggior esperienza e maggior competenza. Lasciare che siano gli assistenti a “decidere” in buona sostanza le cause, secondo il loro personale orientamento, sarebbe il risultato che alla fine si otterrebbe e,quando le sentenze sarebbero sottoposte al Giudice, quest’ ultimo, essendo ignaro di tutto, non avendo curato la ricerca di precedenti giurisprudenziali e dei contributi dottrinali pertinenti al caso concreto – perché anche questo compito sarebbe affidato agli assistenti- non potrebbe che limitarsi a leggere e firmare un provvedimento redatto secondo l’ apprezzamento, la discrezionalità, la visione e le competenze di un assistente, e tutto ciò a unico discapito di coloro che si rivolgono per chiedere la tutela dei propri diritti a un Giudice.

Pur conoscendo Giudici attenti e scrupolosi ritengo che questo non sia affatto un argomento da sottovalutare.

A coloro che poi ritengono che anche oggi si proceda in tal modo nella maggior parte dei casi, sento di dover rispondere che “ufficializzare”questa metodologia e legalizzarla sarebbe un fatto grave.

Continuando a scorrere le pagine scritte dal Ministro Cartabia, quelle dedicate al Consiglio Superiore della Magistratura e all’ordinamento giudiziario strappano irrimediabilmente un sorriso, a fronte delle recenti vicende che ci hanno confermato l’ esistenza di un “sistema”che con le sue logiche perverse ha minato la credibilità della Giustizia, dinanzi alla quale continuiamo a proporre le istanze dei nostri clienti che sono sempre più disillusi.

Tralasciando qui di considerare, per quel che concerne il processo civile, la scelta tra il mantenimento dei modelli di rito attuali e l’introduzione di un nuovo rito, che meritano una trattazione approfondita, mi soffermo genericamente su quanto mi pare di scorgere ovunque tra le righe: il tentativo di snaturare il ruolo dell’avvocato .

A questo specifico fine è diretto, a mio avviso, il “principio di sinteticità degli atti” invocato dal Ministro Cartabia e l’ idea di introdurre specifiche disposizioni per renderlo effettivo. Esso, nel processo civile che è “scritto” inficia la “libertà” e l’ “autonomia” del difensore nell’ esercizio del proprio ministero, ingabbia il pensiero e il sapere dell’ Avvocato e condiziona fortemente i suoi margini d’ azione, negandogli la libertà di esporre e supportare la propria tesi difensiva nel numero di pagine che ritiene e valuta sufficiente a tale scopo.

Anche nel processo penale si preannunciano interventi di riforma, una maggior valorizzazione dei riti alternativi e la messa a sistema delle esperienze di “giustizia riparativa”.

Infine solo un piccolo accenno nelle linee programmatiche sulla Giustizia allo scopo rieducativo della pena, e non una parola sulle condizioni nelle quali versano i detenuti all’ interno delle nostre carceri, sull’esigenza di maggior tutela della loro dignità e sulla drammatica situazione delle carceri italiane. Come sempre quello delle carceri rimane argomento del quale si preferisce non parlare e le vite dei detenuti continuano ad essere considerate “vite di scarto” … mentre io, nonostante tutto, a differenza del Ministro per la Giustizia, continuo a scrivere la parola Giustizia con la G maiuscola.

Avv. Ester Isaja

Presidente UIF-Unione Italiana Forense

del Distretto di Corte d’ Appello di Messina

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