Mamme e bimbi in carcere: no al provvedimento che elimina l’obbligo di differimento della pena per le donne incinte o con figli minori di un anno. L’appello, rivolto al Governo e alla maggioranza parlamentare affinché non apportino modifiche agli articoli 146 e 147 del codice penale, ha visto come suo promotore Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera, che ha reso pubblico l’appello durante una conferenza stampa a Montecitorio. Questa richiesta mira a mantenere l’obbligatorietà del differimento dell’esecuzione della pena per le donne in stato di gravidanza o madri di neonati di età inferiore a un anno.
La chiamata all’azione è stata formulata da un gruppo di primi firmatari, tra cui Debora Serracchiani (Pd), Valentina D’Orso (M5S), Riccardo Magi (Più Europa), Roberto Giachetti (IV), Enrico Costa (Azione), e altri, insieme a figure di spicco nel mondo dello spettacolo e della cultura, come Alessio Boni, Claudio Marchisio, Luigi Manconi, Moni Ovadia, Marisa Laurito, Lorenzo Marone e molti altri.
L’appello sottolinea che soltanto venti donne in tutta Italia risulterebbero coinvolte da questa nuova normativa, dimostrando così l’assenza di una reale necessità di abolire una norma di civiltà giuridica. Durante la conferenza, è stato trasmesso un video dell’attore Alessio Boni, il quale ha ribadito l’importanza di proteggere la maternità e l’infanzia, citando il comma 2 dell’articolo 31 della Costituzione che sottolinea questo principio. Devis Dori ha concluso l’incontro dichiarando che tutte le opposizioni hanno sottoscritto l’appello e ora si rivolgono a coloro che nella maggioranza si definiscono garantisti, affinché difendano questi diritti fondamentali delle donne incinte e madri di neonati.
