Un’avvocata ci racconta la sua esperienza con il processo telematico, evidenziando un paradosso: nonostante la digitalizzazione, le copie cartacee sono ancora richieste.
“Avvocato, chiamo dalla cancelleria X della Procura Z, ieri abbiamo accettato quel suo deposito ma ci sono gli allegati… abbiamo stampato l’atto ma… ci porta per favore le copie cartacee degli allegati?”
Dall’avvento del processo telematico, nel lontano 2011, ci si aspettava una rivoluzione digitale. Addio faldoni pesanti, code interminabili in cancelleria e spreco di carta.
La realtà è ben diversa.
Emerge un paradosso: da un lato, si spinge per la digitalizzazione del sistema giudiziario, dall’altro si continua a richiedere la copia cartacea dei documenti.
Un esempio emblematico è la gestione degli allegati.
Seppur depositati telematicamente, spesso le cancellerie li richiedono in formato cartaceo. Una duplicazione inutile che comporta un dispendio di tempo e denaro per i professionisti, costretti a stampare e consegnare personalmente i documenti.
La pandemia da Covid-19 ha accelerato la digitalizzazione di molti settori, ma il processo telematico sembra essere rimasto indietro.
È tempo di fare un passo avanti, anzi più di uno perchè le cancellerie spesso non sono adeguatamente attrezzate per gestire il processo telematico in modo efficiente. Diverse criticità ostacolano il pieno sviluppo di un sistema digitale efficiente:
Dispositivi digitali obsoleti
Mancano computer e scanner recenti in grado di gestire flussi di lavoro digitali consistenti e gli hardware non performanti rallentano le procedure e causano disservizi.
Piattaforme informatiche non aggiornate
I software sono obsoleti, con interfacce poco intuitive e funzionalità limitate, e i sistemi non sono interoperabili tra loro, creando compartimenti stagni e ostacolando la condivisione delle informazioni.
Carenze nella formazione del personale
Vi sono corsi di aggiornamento specifici sul processo telematico? Molto probabilmente la difficoltà nell’utilizzo di software e dispositivi digitali da parte del personale dipende proprio dal non saperli usare.
Resistenza al cambiamento
Non tutti si fanno trovare pronti ai cambiamenti, vi può essere scetticismo e timore verso nuove modalità di lavoro da parte di alcuni operatori, con la preferenza per le procedure cartacee consolidate, seppur più lente e dispendiose.
Alcune proposte concrete
Se si potesse avere il carnet dei favolosi tre desideri dalla lampada magica per un buon funzionamento della giustizia, ecco quali dovrebbero essere: investimenti in tecnologia, formazione del personale, sburocratizzazione, ovvero semplificare le procedure telematiche e ridurre gli adempimenti superflui a carico dei professionisti. Mancando la lampada, proviamo a far luce in altro modo.