Segnaliamo il libro Avvocati di guerra, l’ultima opera di Gennaro Grimolizzi, avvocato e giornalista con oltre vent’anni di esperienza, che collabora con il quotidiano Il Dubbio sin dalla sua fondazione. Con la prefazione di Davide Varì e la postfazione di Francesco Caia, il libro si presenta come un potente ritratto delle vite e delle lotte di avvocati ucraini e russi durante la guerra.
La toga come baluardo di diritti e libertà
In uno scenario devastante, dove diritti e libertà sono soppressi, Grimolizzi raccoglie testimonianze vibranti di resilienza. Attraverso le storie di protagonisti come Anna, un’avvocata di Kiev che ha visto il suo studio ridotto in macerie, e Roman, che ha scelto il fronte, emerge l’immagine di un’avvocatura che non arretra di fronte alla barbarie. La toga diventa simbolo di speranza, parte di un’“internazionale dell’avvocatura” impegnata a difendere i diritti anche nei contesti più ostili.
Un ponte tra due mondi in guerra
L’autore va oltre le trincee fisiche e ideologiche per dar voce anche agli avvocati russi, mettendo in luce una realtà complessa e sfaccettata. Grimolizzi non si limita a raccontare i fatti ma pone domande profonde, mostrando l’avvocatura come punto di riferimento universale per i diritti e la libertà.
Un’uscita significativa
Il libro è arrivato in libreria pochi giorni prima della Giornata Internazionale degli Avvocati in Pericolo, il 24 gennaio 2024. La scelta della data sottolinea il messaggio fondamentale dell’opera: la professione forense non è solo un mestiere, ma una missione per la difesa dei diritti umani.
Avvocati di guerra (Guerini e Associati, 178 pagine, €18,50) è più di un libro: è un invito a riflettere sul ruolo degli avvocati in un mondo segnato dai conflitti.