Avvocati: una professione in crisi?
Il nome Avvocato deriva da una denominazione collettiva: ad “auxilium vocati”, chiamati in aiuto, da qui il termine Advocati. E tutt’oggi l’Avvocato riveste un insostituibile ruolo di guida sociale e di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali della persona, in tutto il mondo, soprattutto nei paesi dove sono a rischio i diritti umani
Per me è la professione più bella, nobile e stimolante che esista.
L’Avvocato oggi è un professionista dinamico, multidisciplinare, sempre più informatizzato, protagonista indispensabile del sistema Giustizia.
Fondamentale è trasmettere ai giovani la passione per questa professione e soprattutto una visione alta del futuro, facendo loro capire che il nostro lavoro è fatto di impegno, serietà, ma anche creatività e cultura a 360°, ricco di sfide ma anche di soddisfazioni.
Non dobbiamo togliere ai giovani la speranza, con un realismo eccessivo che sconfini nel cinismo: a mio parere nessuno dovrebbe permettersi di dissuadere gli studenti e i praticanti dal perseguire i loro sogni e ideali. Spetta anzi agli avvocati di esperienza il compito di aiutare i giovani, non solo con i consigli, ma soprattutto con l’esempio di una vita di studio, condotta con onestà intellettuale. A questo proposito sono ancora attuali e illuminanti le parole di Giuseppe Zanardelli pronunciate nei suoi discorsi dinanzi al Consiglio dell’Ordine di Brescia nel 1875 e contenute nel libro “L’avvocatura” del 1920.
Condivido pienamente poi il pensiero di Piero Angela in una intervista rilasciata qualche giorno fa all’Huffpost: “L’impressione che domani andrà peggio sta avvelenando l’Italia”.
E’ vero invece che anche nel nostro campo ci sono tante intelligenze e tante competenze. Ciò che manca, e ciò che la Camera Civile di Firenze ha sempre cercato di fare, è metterle insieme creando un sistema: il dialogo, il confronto, la libera circolazione delle idee sono la chiave per uscire tutti insieme dalla crisi, non solo dell’avvocatura, ma più in generale della società.
In concreto ritengo che dovrebbero essere potenziate le sinergie con altre professioni, con il mondo delle imprese, i rapporti con l’Avvocatura dei Paesi europei, con l’Accademia e la magistratura.
Solo ampliando la visuale si risolvono i problemi e si creano nuove opportunità.