Tempi di crisi e la politica mostra il concreto rischio dell’insignificanza. La storia è piena di clamorosi voltafaccia, che hanno fatto le fortune e le sfortune di grandi leader politici. Prima che Machiavelli narrasse e insegnasse tutte le nefandezze che dovrebbe compiere un Principe per gestire il potere, già esistevano triunvirati, fratellanze, guerre tra alleati e omicidi tra consanguinei.
L’Italia è la terra dei feudi e dei campanili ed è anche la patria delle divisioni estreme. La nostra politica non è mai stata nota per la sua granitica capacità di tenere le posizioni e certo l’opportunismo, il pragmatismo, sono doti che non ci fanno difetto. Siamo un popolo pratico, che spesso fiuta l’aria e sceglie da che parte stare, basandosi su un elemento assai appetibile: il profumo della vittoria. Il governo, il potere, sono mezzi, obiettivi, strumenti, droghe e nell’epoca che viviamo, in cui le ideologie politiche sembrano nascere e morire con velocità supersoniche, anche collocare i protagonisti in uno schieramento o nel suo contrario è operazione davvero ardua.
Non deve dunque sorprendere più di tanto che il Movimento 5 stelle, dopo la crisi di governo innescata da Matteo Salvini sotto il sole d’agosto, abbia scelto di allearsi con il suo nemico storico, il Partito Democratico, superando le pregiudiziali ed i granitici veti su cui ha fondato il proprio successo elettorale. Se questo fosse stato fatto da un altro partito, non ci sarebbe niente da stupirsi, ma la cosa assume valore diverso per una forza che ha basato la propria nascita sulla rivendicazione di diversità e di opposizione al sistema.
Il tabù delle alleanze era già stato infranto, ma oggi cade anche l’ultimo velo, quello che consentiva di dire che ci si alleava con gli altri, ma comunque contro “il nemico”. Tutto questo ormai non esiste più.
Il M5S ha definitivamente abbandonato la sua presunta, ostentata innocenza. E’ un partito politico come tutti gli altri e questo, che piaccia o meno, avrà effetti enormi sul suo futuro, che non pare più trovare una ragione peculiare di sopravvivenza.