Nella giornata di studi a Capri dal titolo: “La digitalizzazione della giustizia tra presente e futuro”, sono state condivise importanti riflessioni sul tema della digitalizzazione della giustizia in Italia, che rivelano un’analisi dettagliata della situazione attuale e delle possibili prospettive future del sistema giuridico italiano alla luce delle tecnologie emergenti. E’ stato messo in evidenza come l’innovazione tecnologica stia trasformando radicalmente il modo in cui tutti gli attori del processo giudiziario operano, dai magistrati agli avvocati, dai cancellieri agli impiegati amministrativi.
Questo processo di digitalizzazione offre opportunità significative di miglioramento in termini di efficienza e celerità della giustizia.
Tuttavia, è stata sottolineata la necessità di affrontare con cautela l’applicazione delle tecnologie, specialmente nel contesto del processo penale, in modo da preservare le garanzie processuali e il ruolo centrale dell’umanità nel sistema di giustizia.
Digitalizzazione: un progresso necessario
La digitalizzazione è diventata una parte essenziale del processo giudiziario in Italia. In particolare, vi è l’indubbio successo del processo civile telematico, che ha consentito lo svolgimento di udienze completamente “da remoto” durante la pandemia da Covid-19. Questo sistema ha dimostrato che l’attuale infrastruttura tecnologica italiana ha retto, mettendo il paese in una posizione di parità o addirittura vantaggio rispetto ad altri paesi europei.
Digitalizzazione nel processo penale: cautela e garanzie processuali
Tuttavia, come ha fatto notare Fabio Pinelli, vicepresidente del CSM, durante il suo intervento, il processo penale richiede una valutazione più attenta e prudente quando si tratta di digitalizzazione, in quanto coinvolge relazioni più complesse tra le parti e richiede un rispetto scrupoloso delle garanzie processuali. Vi è da tener di conto l’importanza dell’oralità nel processo penale e che il contraddittorio e l’incrociato esame dei testimoni svolgono un ruolo fondamentale nella formazione della prova. Il Vicepresidente del CSM ha ricordato che la digitalizzazione dovrebbe avere come obiettivo principale il miglioramento dell’efficienza e della qualità del sistema di giustizia, senza compromettere le garanzie processuali e l’accesso alla giurisdizione.
L’Intelligenza artificiale e il futuro della giustizia
Durante il convegno si è guardato anche al futuro, discutendo dell’uso potenziale dell’intelligenza artificiale nella giustizia. si è riconosciuto che, a lungo termine, l’intelligenza artificiale potrebbe essere coinvolta nella presa di decisioni giuridiche.
Tuttavia, è stato sottolineato che è essenziale separare chiaramente l’attività digitale da quella decisionale, garantendo che l’umanità rimanga al centro delle decisioni giudiziarie.
Lo stesso Pinelli ha evidenziato come l’IA possa svolgere un ruolo importante nell’analisi documentale e nella produzione di atti giudiziari, ma ha avvertito che deve essere applicata con attenzione, specialmente nei casi in cui l’interpretazione discrezionale è richiesta.
L’obiettivo, insomma, deve essere una giustizia in cui la tecnologia serve l’uomo e non viceversa, considerando attentamente l’impatto dell’innovazione tecnologica sulla giustizia, con l’obiettivo di garantire la qualità dei processi decisionali e il rispetto delle garanzie fondamentali dei cittadini.