Ci risiamo: da una parte la gente comune che in massa riconosce il fenomeno migratorio come un problema grave per il Paese e dall’altra parte il circo mediatico e comunicazionale che santifica la virginea sirenetta che vien dal mare a portare pace e amore.
Era già successo con Greta che una certa parte politica – essendosi condannata senza idee a stare come “l’asino bigio” che guarda la vaporiera che procede ansimando nella poesia di Carducci “Davanti a San Guido” – avesse cavalcato un tema (fottendosene un minuto dopo) più per la eco mediatica incarnata dal protagonista che per tutto il resto.
Greta non ha sfondato? Va bene, adesso santifichiamo Carola la coraggiosa Capitana che sfida il Capitano.
Ma prima i fatti: la Sea Watch, una nave appartenente ad una ONG, continua incessantemente a fare la spola tra le coste libiche e quelle siciliane coadiuvata da un costosissimo sistema di velivoli che provvede a intercettare i barconi. I viaggi sono costanti e la rotta è sempre la stessa: dalla Libia all’Italia.
Di fatto alla mafia libica basta lasciare una zattera in mare aperto perché tanto poi la restante parte del viaggio (solo e soltanto verso l’Italia) sarà gentilmente fornito dalla Capitana.
Non vogliamo pensare che ci siano forme di connivenza (foss’anche tacita) ma sta di fatto che l’opera incessante di navi come la Sea Watch incoraggia il traffico di esseri umani. Traffico che sarebbe più efficacemente contrastabile se almeno le ONG la smettessero di fare continui favori ai trafficanti evitando di fare da taxi. Tra l’altro, dal punto di vista umanitario e se proprio dobbiamo dirla tutta, questo giochino pericoloso (prima o poi ci scapperà la strage) penalizza gli africani più sfigati premiando esclusivamente chi può permettersi di pagare per un viaggio (e Dio solo sa a che razza di gruppi terroristici organizzati finiscano quei denari).
Ma veniamo alla più stretta attualità: per evitare la manfrina della nave umanitaria che entra in porto, viene sequestrata dai magistrati, viene svuotata dei migranti e poi viene dissequestrata dopo rapide indagini continuando la propria opera, il Governo (a torto o a ragione) pone in essere delle misure stringenti atte a scoraggiare il giochino.
La Capitana prova a fare il braccio di ferro stazionando al limite delle acque territoriali italiane nella speranza che qualcuno le faccia sponda o che il Governo ceda. Il buco nell’acqua di questa strategia è risultato evidente. Ciò perché probabilmente, se qualcuno da Bruxelles, da Berlino o da Amsterdam avesse fatto la voce grossa con l’Italia, avrebbe dovuto contemporaneamente spiegare come mai siano tutti bravi a fare gli accoglienti con i porti degli altri. Dato che l’imbarazzo di essere civili e umani non volendosi fare carico del problema è evidente, “i crucchi” hanno fatto silenzio. Ma ciò non significa che non spalleggeranno la virginea sirenetta Carol la quale ha pensato bene di invadere le acque territoriali italiane violando le leggi vigenti, violando l’alt intimatole in mare e via radio e collezionando una serie inenarrabile di reati.
Che qualche italiano la saluti con il fazzoletto è quasi normale: in Italia siamo abituati a salutare l’invasore col fazzoletto in mano.
Ma che- dopo aver giocato a fare i legalitari davanti al tribunale dei Ministri quando su vicende analoghe si ipotizzava che fosse il Governo ad aver violato le norme – adesso si acclami come un’eroina colei che ha trasgredito tutto ciò che poteva, beh trattasi di una roba che fa ridere i polli. O siamo tutti eroi o siamo tutti corsari.
Che si santifichi la Capitana senza peccato è grottesco perché ancora nessuno è riuscito a spiegarci come mai costei abbia stazionato per giorni e giorni alla ricerca dello scontro con l’Italia invece di adoperarsi a trovare altri porti sicuri per salvare i malcapitati utilizzati come arma di pressione.
E che il Ministro della Difesa – di fronte ad un atto ostile da parte di una ONG- taccia dimostrando quale sia realmente il valore che attribuisce ai confini nazionali dovrebbe essere motivo di allontanamento dal Governo. E il Presidente Mattarella – cui Elisabetta Trenta fa riferimento – cosa pensa?
E poi la magistratura. Già, dov’è finita la normalmente solerte magistratura?
E qual era il reale obiettivo di Santa Carola la Capitana? Quella di sfidare il Capitano o di salvare i migranti? A giudicare da quanti in queste ore stanno cavalcando la vicenda, noi qualche idea ce la siamo fatta. E ciò che pensiamo rispetto alla dinamica ci ripugna non poco.
Un ultimo plauso va a Nicola Zingaretti il quale si vergogna dell’immagine che l’Italia sta dando davanti al mondo. Verrebbe da chiedergli quale sia l’apporto del mondo in questa vicenda. Ma la sua è una evidente polemica di basso cabotaggio, una semplice passerella.