di Debora Sansone, Presidente CPO Ordine Avvocati Termini Imerese
#adueannivolevolamamma: è questo l’hashtag che come CPO Ordine Avvocati Termini Imerese vorremmo lanciare dopo aver letto del triste episodio che ha interessato la mamma e avvocato Ilaria Salamandra (anteporre il “titolo” di mamma a quello di avvocato non è casuale) del foro di Roma che si è vista rigettata l’istanza di differimento udienza non ritenendosi legittimo l’impedimento dovuto alla necessità di stare accanto al figlio di due anni ricoverato in ospedale.
Un episodio che non può non suscitare profonda tristezza (e grave preoccupazione). Ed in effetti, unanime è stata la reazione di tristezza e solidarietà da parte dell’avvocatura tutta, e non solo! E ci piace pensare che lo stesso sentimento abbia provato poi, a mente serena, chi ha causato tale incresciosa situazione.
Non vogliamo assolutamente entrare nel merito delle scelte: ognuno avrà avuto le sue buone ragioni (forse) ma non si può e non si deve dimenticare il sacrosanto diritto di un bambino di due anni di voler accanto la sua mamma in un letto di ospedale! Non si può e non si deve negare a questo bambino la stessa opportunità che, nei giorni scorsi (in quel di Treviso), ha avuto, per esempio, un altro bambino di veder presente il suo papà e magistrato (anche in questo caso, il “titolo” di papà precede quello di magistrato e non è frutto del caso) al momento della sua nascita.
E questa la prospettiva che vogliamo abbracciare: quella della voce indifesa e fin troppo inascoltata di un bambino che non può ritenersi colpevole di aver un genitore avvocato.
E’ giunto il momento di avviare una seria e decisiva riflessione sulla necessità di estendere ai lavoratori autonomi, almeno in tali casi, le stesse opportunità previste per i lavoratori dipendenti.