L’eco dell’articolo apparso ieri su Il Dubbio riguardo alla task force di 500 magistrati, voluta dal Ministero della Giustizia per affrontare l’annoso problema dell’arretrato civile, merita una riflessione che vada oltre la pur comprensibile reazione emergenziale. L’Unione Nazionale delle Camere Civili, pur condividendo la preoccupazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi PNRR nei tempi auspicati, intende offrire una prospettiva costruttiva, nell’auspicio di supportare l’azione del Ministro Nordio, da sempre sensibile alle esigenze della nostra categoria.
È innegabile che i dati sul disposition time evidenzino un miglioramento parziale, come correttamente rilevato dal monitoraggio ministeriale. Tuttavia, come già anticipato, l’ambizioso traguardo di una riduzione del 40% entro il 2026 appare ancora distante, soprattutto di fronte a una persistente congestione in alcuni tribunali chiave del Paese.
La costituzione di una task force di 500 magistrati, operanti da remoto, rappresenta indubbiamente un tentativo concreto di affrontare l’emergenza. “Riconosciamo la volontà –spiega il presidente Del Noce– di intervenire e lo stanziamento di risorse, seppur straordinarie e temporanee. Tuttavia, è nostro dovere sottolineare come misure di questo tipo, per quanto utili nell’immediato, rischiano di rimanere palliative se non accompagnate da una strategia di riforma più ampia e da investimenti strutturali”.
“Le perplessità sollevate in merito alla figura del giudice naturale e alla continuità dei procedimenti –continua il presidente UNCC– meritano un’attenta considerazione, così come l’interrogativo sull’efficacia a lungo termine di un modello di giustizia “da remoto”. L’esperienza, purtroppo, ci insegna che soluzioni emergenziali, se non integrate in un disegno organico, possono generare nuove criticità, compromettendo la qualità della decisione e la fiducia dei cittadini nel sistema giustizia”.
“In questo senso, l’UNCC ribadisce la necessità di un cambio di passo. Accogliamo con favore la ventilata ipotesi di rendere strutturale alcune forme di applicazione flessibile, ma ciò deve inserirsi in un contesto di potenziamento degli organici stabili, di una seria revisione dei criteri di reclutamento e formazione, e di un investimento concreto nelle risorse materiali e digitali a disposizione degli uffici giudiziari”.
“Siamo convinti che il Ministro Nordio, forte della sua conoscenza delle dinamiche del mondo forense, possa farsi promotore di una visione di lungo periodo per la giustizia civile. L’obiettivo di un sistema efficiente e al passo con le esigenze del Paese non può essere raggiunto con interventi spot, ma richiede un impegno costante e risorse adeguate, paragonabili all’importanza di altri servizi pubblici essenziali”.
“L’UNCC –conclude Del Noce– si pone come interlocutore costruttivo, pronta a collaborare per individuare le soluzioni più efficaci. Crediamo fermamente che, pur nella consapevolezza dell’urgenza di smaltire l’arretrato, sia fondamentale non perdere di vista la necessità di costruire una giustizia civile solida, efficiente e pienamente rispondente ai principi costituzionali. Solo attraverso un approccio sinergico e una visione condivisa sarà possibile trasformare le pur lodevoli intenzioni in risultati duraturi per il bene del Paese“.