Davide Nalin: “La giustizia mi ha dato ragione, ora voglio aiutare i giovani a costruire il loro futuro”

Dopo importanti successi professionali e una vicenda giudiziaria (finalmente risolta) che lo ha visto protagonista, Davide Nalin, magistrato della Corte dei Conti, torna alla ribalta con il suo nuovo libro “Manuale dei concorsi pubblici“. Un’opera che racchiude un metodo scientifico e pratico per affrontare le selezioni pubbliche, basato sull’esperienza diretta dell’autore, che ha vinto numerosi concorsi di primo e secondo grado.

Il “Manuale dei concorsi pubblici” non è solo un libro di teoria, ma un vero e proprio percorso strutturato per affrontare con successo le sfide delle selezioni pubbliche. Nalin, che ha superato concorsi importanti come magistratura ordinaria, Avvocatura dello Stato, TAR e Corte dei Conti, ha messo a disposizione dei lettori le strategie che lo hanno portato a raggiungere il successo in ogni ambito della pubblica amministrazione. Un manuale innovativo, che unisce rigore scientifico, esperienza pratica e una forte componente motivazionale.

In quest’intervista, Nalin racconta la sua storia, il percorso che lo ha portato alla Corte dei Conti, le difficoltà vissute e come la sua esperienza personale sia alla base della sua nuova opera. Inoltre, ci parla dei suoi sogni e della sua visione per il futuro, tra la passione per la giustizia e il desiderio di trasmettere la sua conoscenza alle nuove generazioni.

Dottor Nalin, oggi la troviamo alla Corte dei Conti. Qual è il suo ruolo attuale e come si è chiusa la vicenda giudiziaria che l’ha coinvolta?
“Oggi svolgo le funzioni di giudice presso la Corte dei Conti, sezione regionale di controllo della Sardegna. La mia vicenda giudiziaria si è conclusa positivamente: sono stato assolto nei due procedimenti penali, e anche il procedimento disciplinare relativo alle borse di studio si è chiuso con un’assoluzione piena nel merito. Sono stati anni difficili, ma alla fine la verità è emersa e la giustizia mi ha dato ragione.”

Ogni esperienza, anche la più dura, può trasformarsi in un’opportunità di crescita.

Nei momenti più duri, ha mai temuto che la sua carriera fosse compromessa?
“Non lo nascondo: ci sono stati momenti in cui la preoccupazione è stata forte, soprattutto quando vedevo il mio nome e dettagli delle indagini sui giornali prima ancora di essere formalmente informato. È stato un colpo durissimo per la mia immagine professionale e personale. Tuttavia, non ho mai smesso di credere nella mia innocenza e nella possibilità di dimostrarla. Oggi posso dire di aver affrontato tutto con grande lucidità e determinazione.”

Nel frattempo, ha continuato a studiare e ha superato numerosi concorsi pubblici. Quali sono stati i traguardi più significativi?
“Ho sempre ritenuto che lo studio sia la chiave per superare qualsiasi difficoltà. Nella mia carriera ho superato molteplici concorsi pubblici: magistratura ordinaria (due volte), Avvocatura dello Stato (due volte), TAR (tre volte), segretario comunale e, infine, Corte dei Conti. Ognuno di questi concorsi ha rappresentato una sfida importante, affrontata con metodo, disciplina e una grande passione per il diritto.”

Nonostante tutto, ha scelto di restare nella magistratura. Qual è stata la spinta principale dietro questa decisione?
“La passione per la giustizia. Dopo il mio reintegro in magistratura, ho lavorato per due anni nella Procura della Repubblica di Venezia, ma sentivo il bisogno di un cambiamento radicale. La Corte dei Conti rappresenta un’istituzione di grande prestigio, con una tradizione antichissima e un ruolo essenziale nel garantire il buon andamento della pubblica amministrazione. Qui ho trovato un ambiente stimolante e la possibilità di mettere a frutto le mie competenze.”

Ha mai pensato di lasciare l’Italia dopo quello che ha vissuto?
“Assolutamente sì. Nel 2022 mi sono laureato in Scienze Economiche e avevo trovato un impiego in Inghilterra. Ero pronto a trasferirmi e a ricominciare da capo. Tuttavia, proprio in quel periodo, i processi si sono conclusi positivamente e ho deciso di restare per riprendere il mio percorso nella magistratura. Guardando indietro, sono felice di aver fatto questa scelta.”

I suoi successi accademici e professionali sono notevoli. Qual è il suo segreto?
“Non mi considero un genio, ma una persona determinata. Il mio segreto è l’organizzazione. Ho sempre studiato con metodo, ottimizzando il tempo e fissando obiettivi precisi. Credo che il successo nei concorsi non dipenda solo dalla preparazione teorica, ma anche dalla capacità di affrontare lo studio in modo strategico. E questo è un aspetto che cerco di trasmettere a chiunque mi chieda consigli.”

È proprio da questa esperienza che è nato il suo libro sui concorsi pubblici. Può raccontarci come è nata l’idea?
“Durante il periodo di sospensione – poi giudicata ingiusta dalle Sezioni Unite – ho avuto molto tempo per riflettere e affinare un metodo di studio che fosse non solo efficace, ma anche accessibile a tutti. Ho deciso di raccogliere questa esperienza in un manuale, non solo per spiegare le materie giuridiche, ma per offrire una guida pratica a chi vuole affrontare i concorsi con metodo. Il libro nasce con l’obiettivo di dare una bussola a chi si trova ad affrontare prove difficili e spesso scoraggianti.”

Ha mai pensato di tornare all’insegnamento?
“L’insegnamento è sempre stato una mia grande passione. Le accuse disciplinari relative alla mia attività didattica sono state smentite prima dal CSM e poi dalle Sezioni Unite. Se ci saranno le condizioni, mi piacerebbe poter tornare a insegnare ai giovani giuristi, sempre nel rispetto delle regole della Corte dei Conti. Trasmettere competenze ed esperienze è un modo per dare un contributo concreto alla crescita delle nuove generazioni.”

Se qualcuno le chiedesse se ha ancora fiducia nella giustizia, cosa risponderebbe?
“La mia fiducia nella giustizia ha vacillato in alcuni momenti, specialmente di fronte ad alcuni accadimenti processuali che è difficile ricondurre a un semplice errore giudiziario. Tuttavia, nel complesso, credo ancora nella magistratura e nel sistema giudiziario. La mia storia dimostra che, nonostante le difficoltà, alla fine la verità può e anzi deve emergere.”

Oggi, guardandosi indietro, come si sente?
“Mi sento un professionista realizzato. Ho vissuto momenti difficili, ma li ho affrontati senza perdere la mia dignità. Ogni esperienza, anche la più dura, può trasformarsi in un’opportunità di crescita. Oggi guardo al futuro con il desiderio di continuare a dare il mio contributo alla giustizia e alla formazione dei giovani giuristi.”

 

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